HISTORY OF MEDICINE - STORIA DELLA MEDICINA

The Sec. XIX - Il Sec XIX

 

Gli ospedali e lo sviluppo della chirurgia

In questo clima di fermento scientifico anche i vecchi asili e tutti gli altri luoghi di cura iniziarono a trasformarsi in strutture con servizi di assistenza sempre migliori grazie anche all'ingresso dei laboratori per le indagini chimiche e delle sale per le operazioni chirurgiche. I nuovi ospedali, come il Policlinico Umberto I di Roma progettato da Guido Baccelli (1832-1916), venivano progettati poi secondo le regole dell'igiene e dell'ingegneria ospedaliera calcolando con precisione i rapporti aeroilluminanti necessari per ogni singolo letto.


Si cominciò a distinguere tra sintomatologia, che si occupava degli effetti percepibili della sofferenza degli organi, e semiologia, intesa come studio dei segni, cioè gli indicatori che permettono di giungere alla diagnosi; si iniziarono a contare e misurare i segni clinici: pulsazioni, atti respiratori, temperatura; si esaminava il malato secondo metodiche precise: ordine anatomico (sistema testa-piedi) o fisiologico (apparato per apparato); si affacciava infine anche la diagnostica differenziale.


La figura del chirurgo, fino a questo momento in posizione assolutamente subalterna rispetto a quella ritenuta più nobile del medico, iniziò a conquistare una maggiore dignità. Mentre prima il dolore aveva sempre limitato la sua azione, tanto che il paziente doveva essere immobilizzato da aiutanti robusti, poiché l'uso dell'alcol, dell'oppio, della radice di mandragora, delle spongie soporifere non erano sufficienti a diminuire adeguatamente la sua sensibilità, in questo periodo, grazie ad alcune scoperte della chimica, vennero introdotte sostanze gassose come i cosiddetti gas esilaranti, l'etere, il cloroformio, che aprirono nuove frontiere al progresso della chirurgia. In seguito si cercò di studiare nuove vie di somministrazione (via rettale) e nuove sostanze (morfina, cocaina...), ma l'uso dei gas dominò la scena fino al nostro secolo quando si arrivò all'anestesia endovenosa. Un grande aiuto allo sviluppo di nuove tecniche chirurgiche fu dato da tutte le sanguinose guerre di questa epoca: moti rivoluzionari, guerra di Crimea, guerra di secessione americana, guerre coloniali...: i chirurghi si impratichirono molto nelle amputazioni, nelle resezioni articolari, nell'arresto di emorragie e nella legatura dei vasi.


Il salto di qualità decisivo per la chirurgia fu infine dato dalla conquista dell'asepsi e dell'antisepsi. Nella seconda metà del secolo, pur tra pareri discordanti, qualcuno iniziò a notare prognosi postoperatorie migliori se prima dell'intervento si fosse utilizzata acqua di cloro per lavarsi le mani; nel 1878 si introdusse la bollitura degli strumenti e nel 1891 la sterilizzazione a secco; sempre in quegli anni apparvero sui campi operatori i primi guanti di gomma a coprire le mani dei chirurghi e a cavallo dei due secoli la preparazione della cute da incidere veniva effettuata con pennellature di tintura di iodio. Grazie a tutti questi passi in avanti si superò il rischio delle febbri e delle infezioni postoperatorie.

 

Progressi

Questo periodo è caratterizzato da importanti scoperte scientifiche e tecniche. La medicina fu condizionata in modo senza dubbio positivo dalle acquisizioni di altre scienze quali la chimica, la fisica e la matematica. Decisivo fu inoltre il sempre maggiore perfezionamento degli strumenti di ingrandimento ottico grazie anche agli studi del modenese Giovanni Battista Amici (1786-1863).
Grandi progressi si ottennero nel campo dell'elettrologia in seguito alla diatriba sugli studi di Luigi Galvani (1737-1798) ed Alessandro Volta (1745-1827). Il primo per mezzo di un arco bimetallico faceva contrarre le zampe di una rana stabilendo un circuito con il sistema di innervazione concludendo così che il movimento era prodotto dall'elettricità dei muscoli; il secondo sosteneva che era l'arco stesso, costituito da due metalli differenti, a fornire l'elettricità.
Anche la statistica fece il suo ingresso sulla scena della medicina: si iniziava a capire l'importanza di raccogliere, esaminare e classificare dati e informazioni riguardo salute e malattia per poter disporre di sempre più elementi al fine di studiare e sconfiggere le diverse patologie. Certamente all'inizio i metodi usati non erano perfetti e completamente attendibili, ma grossi passi in avanti furono fatti grazie all'opera dell'inglese William Farr (1807-1883) e di Melchiorre Gioia (1767-1829)
Pietra miliare del progresso in medicina fu poi la teoria cellulare portata avanti da Mathias Jacob Schleiden (1804-1881) e da Theodor Schwann (1810-1882) che scoprì la cellula nucleata del tessuto animale rendendola di pubblico dominio con le sue osservazioni nel 1839. Poco più tardi Robert Remak (1815-1885) formulò la teoria della proliferazione cellulare.
Da questo momento in poi la medicina iniziò a concentrare i suoi sforzi sull'osservazione microscopica applicando le nuove scoperte al campo della fisiologia e della patologia; Rudolf Virchow, considerato il primo patologo moderno, fu la figura di maggior spicco in questo settore della ricerca. Louis Pasteur (1822-1895) con i suoi studi abbatté definitivamente le teorie della germinazione spontanea dimostrando che i microrganismi erano la causa delle infezioni e non un loro prodotto. Tra gli altri furono isolati il pneumococco, il bacillo della tubercolosi, l'agente responsabile della difterite, il vibrione del colera, il gonococco, l'agente causale della lebbra, del tetano, della peste, della sifilide...insomma, prima del 1900 la lista degli agenti infettivi era praticamente completa.
Anche la fisiologia conobbe un rapido sviluppo: si chiarì la struttura del sangue, il ritmo e l'origine del battito cardiaco, i meccanismi della respirazione, della digestione, del sistema nervoso.
Più lento fu invece lo sviluppo della farmacologia anche se è da ricordare il brevetto da parte dalla Bayer dell'aspirina, messa in commercio nel 1899.
Verso la fine del secolo vennero poi introdotti strumenti importantissimi come il laringoscopio, l'esofagoscopio, l'otoscopio, l'oftalmoscopio, il gastroscopio, il cistoscopio. Da non dimenticare lo sfignomanometro proposto nel 1896 da Scipione Riva Rocci (1863-1937).
Rivoluzionari furono infine gli studi di Wilhelm Conrad Roentgen (1845-1923) che nel 1895 scoprì i raggi X.

 

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